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Strap-on Baby

Strap-on Baby

Bunny indossò il dildo. il cinturino accentuava i fianchi abbondanti. Sopra indossava un bustino rosso vino, di pizzo, che lasciava scoperto il seno. Entrò nel bagno ed osservò Eloyse, di spalle, intenta ad insaponarsi. ...

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La stagista

La stagista

Mi piace mettere in difficoltà Titti. E’ la mia nuova stagista. Occhi color nocciola, folti capelli biondi ricci e una quarta di seno su un fisico niente male. ...

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Miranda

Miranda

Miranda era una prostituta professionista d’alto bordo. Non era di quelle donne che tolgono il fiato, ma aveva qualcosa di estremamente affascinante....

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32esima strada

32esima strada

Il bar della 32esima è il più malfamato del quartiere. I due barman sono due omoni poco raccomandabili e poco sorridenti. Alle dieci del mattino c’è già gente che fa colazione con un dito di scotch. ...

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La burrosa

La burrosa

-….Prendi Marta, chi lo avrebbe mai detto che sotto quegli abiti sformati nascondesse certe curve… -E te che ne sai? – chiese Valentino a Franco mentre, un pomeriggio d’estate sorseggiavano una birra, ricordando le vecchie porcate fatte sotto le lenzuola....

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I urfisti

I surfisti

Accadde nella stanza d'albergo di Gianni. Si trovavano lì per un incontro fra surfisti, in una piccola località inglese: in mezza giornata l'unica pensione del posto si era riempita di gente...

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  • Giusto odio dignissimos
  • Omnis dolor repellendus
  • Olimpedit quo minus
  • Itaque earum rerum
  • Epudiandae sint molestiae
  • Sahut aut reiciendis

venerdì 16 novembre 2012

Dedicato ad E.


Non si aspettava di trovarla lì, in quell’albergo a due passi da Ankara.
Le aveva dato un brevissimo preavviso, lasciando un messaggino in segreteria telefonica, prima di partire oltralpe. Del resto, anche lei aveva saputo poco prima del fatto che faceva parte della spedizione chiamata in soccorso delle vittime della tragedia appena occorsa. Le piaceva il suo lavoro, ma vedere tutte quelle persone stravolte dal dolore per aver perso i propri cari e le proprie cose, oltre alla fatica fisica richiesta dalle sue mansioni, dopo una settimana l’aveva distrutta.
Sentiva la mancanza di casa e vederla lì, nella reception, le aveva accelerato i battiti del cuore. Si abbracciarono, sentì l’odore di pesca dello shampoo che usava sempre e le venne da piangere.
http://24.media.tumblr.com/tumblr_ma1ugs4glk1r5x99eo1_500.jpg 
May si era organizzata ed aveva preso il primo volo per la Turchia. Aveva bisogno di rivederla, di dimenticare il mondo e di stringerla tra le braccia. Era troppo presa dalla carriera, la stava trascurando da mesi; non aveva mai tempo o era troppo stanca, gli scarsi momenti passati insieme erano sempre più brevi e vuoti. Poi, il messaggio, ed aveva capito. Doveva accorciare le distanze.
Glielo doveva. Ed ora era lì, con i capelli disordinati, raccolti in una cipolla con un nastro verde.
Cercò le sue mani e le strinse fra le sue, scaldandole.

Giunsero in camera da letto, May guardò Brooke mentre si sfilava la tuta da lavoro e si dirigeva verso il bagno, dove poco dopo si infilò sotto la doccia, come poteva capire dallo scrosciare dell’acqua. Seguì distrattamente la televisione, cambiando canale a caso e sopportò il silenzio della donna che amava, anche se avrebbe voluto andare oltre l’abbraccio di prima. Pensava che le cose sarebbero andate diversamente. Immaginava di essere accolta con gridolini di gioia e invece…
Brooke però si infilò sotto alle coperte senza rivolgerle la parola.
May nel frattempo si era messa una lunga t-shirt che usava come pigiama, spense la tv e le luci e rimase a riflettere qualche istante. Si disse che non aveva fatto un volo di dieci ore per restare lì, in silenzio, senza far nulla.
Le si avvicinò sotto le coperte, le accarezzò il viso e notò che erano bagnate di lacrime. Allora scese dal letto e si infilò fra il corpo di Brooke e il bordo del letto. La sospinse appena verso il centro del letto e abbracciò il suo corpo nudo, accarezzandolo teneramente. Parlarono a lungo e le lacrime cedettero il posto a lunghi baci.
May amava leccare le piccole labbra di Brooke. La punta della sua lingua ne seguiva la forma, per poi insinuarsi tra le labbra e giocare con la sua lingua. Affondò le mani tra i suoi capelli neri, solleticò il suo collo indugiandovi sopra con le labbra umide dischiuse come un fiore. Senza smettere di morderle i piccoli capezzoli si mise su di lei e, accompagnando il ritmo del bacino, spinse tre dita dentro di lei, stimolandola, arrivando più in fondo che potesse. Trascinò le sue gambe al bordo del letto, quindi s’inginocchiò a terra e le leccò i polpacci, le cosce, fino ad affondare nei suoi umori. Entrò dentro di lei con dolcezza ma iniziò subito a muoversi dentro di lei in modo deciso, mandandola in visibilio. Brooke venne due volte… sussurrando parolacce e pregandola di scoparla sempre più forte. Poi, mise May sul divano all’angolo della stanza, allargandole le gambe sui braccioli. Accarezzò i suoi seni e scese lentamente schioccando un bacio sul clitoride dell’amante.
Fuori si susseguivano suoni ovattati ma dentro la stanza i sospiri e i respiri, le risate di gioia e gli ansiti riempivano lo spazio. Si fermarono qualche istante, si guardarono sorridendo.  
May le allargò le natiche e le scopò l’ano con due dita, guardandola gemere per il piacere. Osservò la vagina dilatarsi e restringere in preda agli spasmi dell’orgasmo e quando tutto finì, si lasciarono scivolare al suolo, continuando a stringersi e baciarsi teneramente, sussurrandosi promesse d'amore.

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martedì 6 novembre 2012

Il glande


Il glande era la cosa più sexy che avesse.
Il suo pene era leggermente curvo, ma stretto nel mio pugno che lo sfregava lentamente, divenne subito molto duro. Mi soffermai ad osservarlo. Il suo glande mi eccitava. Era morbido, spiccava nella lieve peluria del pube ed aveva un vago odore di talco. Il suo pene, mi ritrovai a pensare, rispecchiava l’uomo che avevo davanti, forte, giovane… eccitante. 
Accostai mollemente la lingua al glande, come si accarezza un gelato artigianale per sentire la prima volta se il sapore è come ce lo immaginiamo. Ci indugiai sopra, e risalii dal basso verso l'alto, lentamente.
La punta della mia lingua lo rendeva turgido, chiusi gli occhi e lo baciai teneramente. Man mano che le mie labbra premevano sul pene, si dischiudevano, lasciandolo scivolare nella bocca, accolti dalla mia lingua calda. 
Succhiai avidamente la cappella, accarezzandogli le gambe e lasciandomi strizzare i capezzoli e lì, in ginocchio davanti a lui, sul pavimento, accolsi il suo seme, che scivolò rapido nella mia gola, mentre i nostri occhi non cessavano di guardarsi.

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domenica 22 luglio 2012

In biblioteca

Mancavano dieci minuti alla chiusura della biblioteca quando Martina entrò di corsa, pregandola di farle consultare un libro.
Faceva caldo, provò pena per la ragazza sudata che la guardava con gli occhioni imploranti.
Martina veniva spesso, era molto simpatica ed educata. Vestiva sempre in modo stravagante e d’estate, anche un po’ provocante. Così non obiettò.
La ragazza si diresse in fondo alla sala lettura e senza indugiare scelse un libro e si mise a sedere per consultarlo. Dopo una decina di minuti, Leila le si avvicinò in silenzio, curiosa. Martina stava leggendo un libro erotico, con delle illustrazioni a dir poco spinte… Si guardarono, imbarazzate. Martina farfugliò qualcosa e chiuse il libro, pronta a scappare, ma Leila la fermò. Indossava un abito estivo, lungo, a fiori, senza spalline. Era alta, con seni grandi e fianchi ampi, e la vita molto stretta.
-Non devi essere imbarazzata – cercò di rassicurarla. Non voleva che la ragazza smettesse di venire in biblioteca. Ne era attratta. È un libro come un altro. Ti piace?
Martina annuì. - È interessante e avvincente,- la mia prima lettura del genere. Ho sentito una recensione in tv e ho deciso di leggerlo. Per fortuna voi ce lo avevate.
Leila rise: - E pensare che quando me lo hai chiesto non avevo idea di cosa fosse, ne abbiamo un paio di copie, ma il titolo è… assolutamente innocuo. 

Martina la guardò, mordendosi la bocca. Il movimento con cui lo faceva era sensuale: il labbro superiore scivolava sotto i denti, lasciando sporgere quello inferiore. Leila pensò che dovessero essere molto morbide. Notò che aveva lunghe e folte ciglia bionde, quel giorno indossava una canotta e una minigonna jeans. Come per reprimere l’imbarazzo, sotto quello sguardo insistente, Martina spostò il peso da una gamba all’altra e fece un passo avanti per prendere il libro dal tavolo, ma incespicò e finì per schiacciare un lembo del vestito di Leila, che scivolo verso il basso, lasciando fuoriuscire il seno imponente della donna. Non sapevano come reagire, ma poi, Martina, con un gesto quasi involontario, le toccò il seno. Leila socchiuse gli occhi e sorrise. Prese il libro e con il dorso rivolto verso l’alto, lo infilò tra le gambe della ragazza, lentamente. Non incontrò resistenze. Lo fece strusciare sulle mutandine per qualche istante, mentre il desiderio diventava lampante negli occhi di Martina. Le sue mutandine si stavano bagnando e proprio in quel momento Leila la lasciò andare, mettendo a posto il libro.
Martina le andò dietro, la incastrò tra il suo copro e lo scaffale e le sollevò l’abito, insinuando immediatamente le dita fra le mutandine. Le due donne avevano la stessa altezza, ma Leila si sarebbe potuta divincolare facilmente, avendo una costituzione più robusta e delle belle braccia forti.
Invece si girò e spinse il pube contro le dita dell’altra, che frugavano tra gli slip. Martina trovò finalmente il clitoride, lo strinse appena, iniziò a tirarlo leggermente. Leila gemette, Martina le tappò la bocca con un bacio profondo, continuando a infilare le dita in profondità, stuzzicandole il palato con la lingua e poi indugiando sul collo. 
Sfilò le dita e se le succhiò, assaporando il sapore dei suoi umori a occhi chiusi. Quel gesto eccitò Leila. Non aveva mai immaginato Martina sotto quell’aspetto, con i capezzoli così duri da fuoriuscire dal reggiseno rosso, come s’intravedeva dalla maglietta. Le sollevò la canottiera sopra i piccoli seni a coppa di champagne e strinse i capezzoli tra i denti, spingendola verso il tavolo. Martina aveva il volto arrossato e gemeva di dolore e piacere. Leila la fece girare e poggiare contro gli scaffali e si inginocchiò. Inizialmente le accarezzò il sedere, era tondo, sodo e piuttosto grande. Poi lo schiaffeggiò con una rivista arrotolata per poi leccarlo dolcemente, scendendo fino alla coscia. Lei godeva…. I suoi umori le avevano bagnato le cosce.  Le accarezzò l’ano e poi lo leccò. Lo stuzzicò con un dito finché lo penetrò senza farle male e iniziò ad allargare il buchetto con due dita.
Allora Leila prese un evidenziatore e le masturbò il culo con quello. Il piacere di Martina la eccitavano da morire.
Il piacere era così intenso... finirono sul pavimento.
Leila prese un fallo dalla borsa. Lo infilò dentro Martina, i cui peli della vagina luccicavano per l’umidità. Le si mise davanti, dandole la schiena e si avvicinò finché non poté infilare l’estremità del fallo dentro di sé. Quando fu dentro iniziò a muoversi ritmicamente, godendo così tanto da non riuscire nemmeno a parlare. Il piacere le invase rapidamente… vennero gridando, e l’orgasmo fu violento.
Quando finirono, rimasero abbracciate teneramente sul pavimento, a baciarsi.



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mercoledì 16 maggio 2012

Female orgasm


da www.mozardien.com
Sono stesa sul divano.
Mi sfilo lentamente gli slip di pizzo verde smeraldo, intonati alle calze lunghe fino a metà delle mie cosce. Sopra indosso la sua canottiera, più grande di me di un paio di taglie: il mio seno scivola fuori dalla manica.
Inarco appena la schiena.  Chiudo gli occhi e lascio che i capelli si spargano sul divano, mentre inumidisco le labbra e quello inferioriore scivola sotto la stretta dei denti.
Inizia il piacere.
So che lui mi guarda, il mio piacere si amplifica riflettendo il suo. Le mie dita iniziano a massaggiare morbidamente il clitoride. Posso sentire la mia vagina riempirsi di umore caldo. Gemo piano... piano… Lui non può avvicinarsi a me, siamo d’accordo così: mi guarda e deve aspettare il mio piacere prima di potersi masturbare ma la sua mano non può fare a meno di assecondare il membro, che diventa man mano più duro.
Prendo il vibratore dal tavolo. È spesso un paio di cm ed è lungo almeno 13. È viola, di gomma, con un piccolo glande che al contatto con l’ano sembra sciogliersi. Lo infilo piano dentro di me, senza smettere di far ruotare il clitoride. Infilo l’oggetto dentro di me, piano, e aziono la vibrazione. Muovo il bacino, simulando di essere penetrata e so che ogni volta che mi protendo nella sua direzione, prega di potermi possedere selvaggiamente.
Scivolo fra i miei umori, sento una strana vibrazione sulle dita. Il giocattolo mi stimola sempre di più, sincronizzo la masturbazione… è bellissimo. Allargo le gambe, la mia fessurina rosa è lì, aperta, calda…
Vengo, gridando parole incomprensibili e lo trascino nella mia stessa goduria.
Lui non resiste più: mi si avvicina e con il membro duro, si masturba con pochi gesti e il suo sperma scivolano sul mio pube, tra le labbra della vagina, fino al mio bel culo.
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giovedì 15 marzo 2012

Primo incontro


Si conosciuti in chat, hanno parlato per settimane e alla fine si sono incontrati.
Hanno chiacchierato di molte cose…della loro storia, dei loro sogni e d’intimità.
Il ristorante è carino, in un luogo neutro, lontani dai rispettivi compagni.
Capelli corti alla bubikopf lei, con un paio di bei jeans elasticizzati e aderenti, una bella maglietta che ne evidenzia le spalle forti, e tacchi a spillo.
Mocassini, pantaloni beige e camicia bianca per lui. Ha dei penetranti occhi blu, lei non riesce a smettere di pensare come sarebbe bello andare a letto con lui…
Pensavano sarebbe stato tutto facile ma all’inizio, cercano di abituarsi a vedersi senza uno schermo che si frappone a loro, anzi, a guardarsi. Si sentono un po’ in imbarazzo. Poi una battuta e torna la complicità sperimentata dalle sedie delle loro scrivanie.
Cena leggera a base di pesce, una bottiglia di vino, poi una passeggiata al mare e un paio di coni da una gelateria artigianale.
Lui le propone di assaggiare il suo, al lampone. Lei tira fuori la lingua lunga e rosa e lecca delicatamente, ridendo un po’ per aver quasi rischiato di farlo cadere. Gli prende un dito e lo immerge nella crema ghiacciata, costringerlo a succhiare via il dolce dal dito.
Si stuzzicano, un gesto fra amici che però li eccita. Lei gli sporca al naso con un po’ di gelato e gli sfugge, per gioco. Lui la raggiunge e la afferra per la vita, in un punto in cui la stradina si fa stretta. In quel momento si avvicina una moto e sono costretti ad appiattirsi contro il muretto. Lui è dietro di lei e l’eccitazione lo tradisce.
La moto passa, ma non si muovono, allora lei si sporge lievemente dietro e muove il sedere. Lui fa scivolare le labbra sul suo collo, le slaccia i pantaloni e glieli abbassa appena sotto il sedere. 
Il suo pene è durissimo e umido, quando lo tira fuori.
Non incontra molta resistenza quando le entra dentro e inizia a muoversi dentro di lei. Non hanno atteso altro per tutta la serata. L’amplesso è focoso, sono silenziosi, ma tutte le cose su cui avevano fantasticato sembrano sbiadite rispetto a ciò che provano in quel momento.
Quando arrivano verso la fine, lei si china e lo guarda con gli occhi pieni di desiderio.
Le sue labbra socchiuse, mentre gli accarezza i testicoli, lo disarmano. Si sfila la maglietta e mostra i piccoli seni, rimanendo solo in jeans e tacchi neri. Lui lascia colare il suo piacere sulle sue labbra e ne segue il corso sui capezzoli della donna, fino all’erbaccia ai piedi del muretto, finché non si forma una chiazza umida e lei gli sorride, soddisfatta.
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mercoledì 14 marzo 2012

Acqua

Un getto d’acqua sul clitoride. Forte e freddo.
Lungo.
La vescica gonfia di pipì e un enorme desiderio di farla uscire.
Lei che ti bacia e ti penetra dolcemente dietro.
Tu che vieni nel bidet, con un orgasmo violentissimo che ti percorre il corpo per qualche istante, prima di lasciar scivolare la pipì….
Provatelo, ragazze, anche da sole.
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