- Ciao tesoro.
- Ciao…
- Dove sei?
- Sull’autobus, sto andando a lavoro.
- Tra quanto arrivi?
- Tra una decina di minuti. Dove ti trovi tu, invece?
- Sono in ufficio, solo. Mi manchi.
- Anche tu…
- Sai, mi sono sfilato i pantaloni e ho le mani dentro i boxer. Sto guardando un filmino su internet.
- Smettila di dire queste cose…non sono sola!
- Lo so, quindi non puoi rispondermi!Ascoltami e basta. Parlerò a bassa voce, come stai facendo tu.
- No, ti prego…sei sempre il solito stronzo.
- Immaginavo
di averti qui, seduta sulla mia sedia, in accappatoio, appena uscita
dalla doccia, con le gambe divaricate appoggiate alla mia scrivania di
vetro…
- Sm-smettila!
- Ci
pensi? Io mi chino sul tavolo e vedo la tua peluria. Mi metto sotto il
tavolo e inizio a succhiarti il clitoride…leccarti dietro le ginocchia,
so che ti piace tanto. Sbaglio?
- No…
- E
poi faccio scivolare delle gocce d’arancia sulla tua gamba e lecco via
tutto fino a raggiungere le dita dei piedi. Li succhio uno ad uno,
lentamente, come se fossero un lecca-lecca. Sei eccitata vero?
- Sì…
- C’è molta gente nell’autobus?
- Siamo stipati come sardine.
- Cosa indossi?
- Una tuta da ginnastica.
- Bene, allora puoi infilarti una mano dentro.
- No…ho il ciclo.
- Non ci credo. Infilati una mano dentro le mutadinde…che magari non hai indossato stamattina.
- Infatti. Hai indovinato.
- Mmm…è durissimo amore.
- Lo so…posso immaginarlo.
- Vorresti essere qui con me a cavalcarlo?
- Tanto…
- Ti stai masturbando?
- NO!
- Tesoro…
- Scommetto che sei bagnatissima.
- Già. Che bastardo! Adesso devo scendere.
- Ok. Io mi rivesto e mi metto a lavoro. Facciamo un gioco.
- Quale gioco?
- Pensa alle mie parole mentre sarai a lavoro, ma non toccarti. Non fare pipì. Ci incontriamo tra due ore al bar nella 32esima.
- Per fare cosa?
- Chissà. Fai finta di non conoscermi, mi avvicinerò io a te. Ciao
- Ma…
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